L’estate è terminata, ma noi ci teniamo a tenerti compagnia anche durante queste giornate autunnali. E quale occasione migliore se non l’avvicinarsi del giorno di Halloween per raccontarti qualche leggenda ricca di mistero tipica del nostro territorio?
Il miracolo della Madonna del Mare di Caorle:
Secondo la leggenda, alcuni pescatori di Caorle una notte uscirono in mare per pescare, come tutte le altre notti. Quella volta però successe qualcosa di strano: videro una luce all’orizzonte, avvicinandosi si accorsero che a brillare era una statua raffigurante la Madonna, che galleggiava nell’acqua poggiando miracolosamente su un pesante piedistallo di marmo. I pescatori portarono a riva la statua e tutta la popolazione di Caorle accorse in spiaggia per vederla. Felici, con grandi festeggiamenti decisero di trasportare la statua nel Duomo della città, tuttavia i robusti pescatori a causa del peso non riuscirono a spostarla di un millimetro sulla terraferma. Allora il Vescovo diede il compito a dei bambini che, la leggenda narra, grazie alla loro purezza ed innocenza riuscirono a sollevarla e condurla fino al Duomo di Caorle. Il giorno successivo però la statua era misteriosamente scomparsa, tutti si recarono in spiaggia a cercarla per scoprire che la statua si era inspiegabilmente spostata nella chiesetta che sorgeva in riva al mare. Da quel momento la statua della Madonna con il bambino rimase lì e la chiesa fu ribattezzata Santuario della Madonna dell’Angelo.
Il drago nella Valle da pesca di Jesolo:
Forse non tutti sanno che nello stemma della città di Jesolo è raffigurato un drago, ma cosa centra un drago con Jesolo? Al punto da avere dato il nome ad una delle principali piazze della città: Piazza Drago? La leggenda narra che nella Valle da pesca e caccia detta appunto Drago Jesolo, dimorasse un gigantesco drago, con muso equino, dorso di dinosauro, ali da pipistrello ed una lunga coda a punta di lancia. Il drago appariva improvvisamente nei territori vicini alla sua tana e sputando fuoco dalle sue fauci bruciava i raccolti spaventando la gente. Gli abitanti della zona terrorizzati e sfiniti, si rivolsero allora a San Giovanni, che con il suo intervento miracoloso cacciò il drago e salvò la contrada. In realtà pare che il nome della valle derivi dal gergo locale ‘Trar’ o ‘Tragar’ che vuol dire appunto cacciare, poiché tutto il territorio circostante la valle è ricco di fauna sia di terra che acquatica. Sono luoghi bellissimi da visitare anche in bicicletta, dove tra barene e canneti mossi dal vento si possono ammirare molte specie animali come le garzette bianche, gli aironi rossi, il martin pescatore, l’averla cenerina, la cutrettola ed altri ancora.
Ph.Credit: https://italialeggendaria.wordpress.com/2020/12/13/la-viverna-rossa-del-veneto/
I figli di Attila di San Michele al Tagliamento:
Secondo la leggenda, vicino al “Mutteron dei Frati”, una grande duna alle foci del fiume Tagliamento nel parco naturale della Val Grande di Bibione, è sepolto il tesoro di Attila, principe degli Unni. Dopo aver saccheggiato Aquileia, Attila “Flagello di Dio” cercò di oltrepassare il fiume Tagliamento, ma incontrò gli abitanti di San Michele, che per difendersi gli tennero testa con coraggio e tenacia grazie alle loro grandi abilità di arcieri. Dopo questa cruenta battaglia, Attila in segno di rispetto li volle chiamare “figli miei” e decise anche di nascondere sotto una delle dune sabbiose verso il mare il suo tesoro… ad oggi mai ritrovato! Un’altra leggenda narra che Dio in prossimità della foce del Tagliamento scosse un sacchetto contenente delle pietre, che cadendo si trasformarono in isolette, che col tempo si unirono tra loro con i sedimenti del fiume dando vita all’attuale Bibione.
Le Sirene ed il merletto di Burano:
Narra la leggenda che un tempo lontano a Burano abitasse un pescatore di nome Nicolò, bello e di buon carattere, tanto da essere lo scapolo più ambito dell’isola. Tutte le ragazze lo volevano ma lui aveva occhi solo per Maria, la sua fidanzata. Pochi giorni prima delle nozze Nicolò si trovava in mare a pescare quando cominciò a sentire un canto dolcissimo… poco dopo vide la sua barchetta circondata da un gruppo di donne bellissime che nuotavano: erano Sirene. Nicolò, non si fece incantare e richiamò subito nella sua mente l’immagine di Maria; le Sirene rimasero davvero colpite dall’amore che Nicolò provava per la sua fidanzata e gli donarono un magnifico ricamo, creato con la schiuma del mare affinché glielo donasse, perché ‘Lei avrebbe saputo cosa farne’. Nicolò donò l’oggetto alla sposa il giorno del matrimonio e Maria, fierissima del suo splendido merletto, si mise all’opera per ricrearlo affinché non si rovinasse per sempre… Nacque così il merletto di Burano!
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